Due settimane fa sono tornata a casa. Avrei voluto aggiornare il blog molto prima e invece è finita che mi sono immersa totalmente nella nullafacenza, senza troppa malinconia per il grigio autunno cinese a cui tornerò troppo presto. Tra le cose che mi sono mancate di Roma e dell’Italia sicuramente il ritmo di vita rilassato, la pausa caffè al bar a qualsiasi ora e l’espresso che sa di espresso; un mondo lontano anni luce dalla Cina, dove si lavora dalla mattina alla sera con l’unico fine di fare più soldi possibili. Metto in lista anche il calore delle persone e più in generale la sensazione di familiarità delle cose. Ma ci sono anche aspetti della mia vita cinese che mi sono mancati.
Non ho sicuramente avuto nostalgia dei telegiornali italiani, accendere la tv e sentire di ruspe e risse in Parlamento. Almeno sulla tv cinese non si capisce niente.
Che altro mi manca della Cina?
L’informalità della vita. I cinesi sono maestri del concetto “fa un po’ come ti pare”. Hai appena passato la tinta sui capelli ma devi andare a prendere tuo figlio all’asilo? In Cina puoi uscire con la stagnola ancora in testa senza che nessuno ti guardi storto (succede davvero). Più banalmente: passeggiare in pigiama, vestirsi completamente a caso o dormire accasciati su un motorino in sosta sono tutte attività socialmente accettate.
La stoicità cinese. Cascasse il mondo, i cinesi non si lamentano e non perdono la pazienza, mai. A Roma vabbè, lasciamo perdere.
I trasporti. Mi mancano i treni cinesi sempre in orario e l’efficienza della metropolitana. Così come i taxi super economici e i tassisti che hanno sempre voglia di fare quattro chiacchiere con gli stranieri, a beneficio del mio scarso cinese.
Easy life. I prezzi bassi, non dover utilizzare i contanti anche per acquisti di pochi spiccioli, le bancarelle che vendono ogni tipo di cibo a qualsiasi ora, i negozi sempre aperti e soprattutto i convenience store dove puoi fare quell’acquisto essenziale dell’ultimo minuto di sera tardi al ritorno dal lavoro; tutte cose che rendono la vita infinitamente più semplice.
La possibilità di vedere posti nuovi. La Cina è in posizione ideale per partire e visitare l’Asia, non a caso Cina in mandarino significa “Paese di mezzo”, per la sua ubicazione geografica.
Soprattutto mi manca la sensazione di trovarmi nel paese delle opportunità. La vita in Cina è stimolante e piena di sfide. Le possibilità lavorative non mancano e si ha davvero la sensazione di poter fare di tutto, cambiare impiego e città dall’oggi al domani per ottenere di meglio. Cosa che in Italia sembra ormai impossibile. Un anno in Cina mi ha regalato esperienze che mai avrei pensato di fare. Per qualche motivo, la sensazione che ho quando sono in Italia è che non mi manca troppo la Cina, così come quando sono in Cina non mi manca troppo l’Italia.
Eppure proprio per le grandi differenze, la vita in espatrio contribuisce alla nostalgia per gli scorci della mia città, quei posti che hai attraversato decine di volte in fretta, o con sguardo distratto.
Bel post, letto in un battibaleno. Avevo le stesse sensazioni per la Russia quando tornavo in Italia l’anno scorso. La Russia non è un paese per viverci tutta la vita, ha tanti lati negativi o faticosi che è dura sopportare, ma allo stesso tempo mi trasmetteva una sensazione di freschezza, opportunità, varietà e dinamicità che in Italia sono totalmente assenti. Mi sentivo nella terra dell’immobilismo, dove ognuno ha i suoi privilegi che non vuole lasciare andare, cascasse il mondo. E poi le lamentele: ma quanto ci lamentiamo noi italiani? Anche i russi non aprono bocca e sono veramente stoici, come descrivi tu i cinesi. Una bellissima qualità che migliora molto la vita collettiva. Grazie di aver condiviso questa immersione lampo nella Cina profonda 🙂
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In effetti non è semplice scegliere poche cose, scrivere di questo argomento per me è stato parecchio difficile perché richiede una riflessione che dopo un anno non sono ancora in grado di fare.
Grazie a te per essere passata 🙂
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Sì, mi ritrovo esattamente nelle tue parole. Se penso ai treni poi, potrei avere vere e proprie crisi, ahahah!
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