Tra poche ore, il 12 febbraio, in Cina inizia un nuovo anno: quello del bue 牛.
Negli anni passati questo era il periodo in cui prenotare un biglietto del treno o dell’aereo era impossibile, tutto era esaurito da giorni, e se per miracolo trovavi qualcosa lo avresti pagato tre volte tanto. La gente si affollava nella metropolitana carica di grosse buste. C’era aria di festa già da settimane e il governo impiegava enormi risorse per decorare la città, con risultati talvolta scenografici, talvolta molto trash.
I negozi facevano grandi sconti e tutti preparavano le classiche buste rosse 红包 da portare in dono a parenti e amici; nel nord della Cina si preparavano i classici 饺子, i ravioli. Sulle porte la gente iniziava ad appendere il carattere 福 (felicità) al contrario, perché “la felicità capovolta” 福倒了 – (Fú dàole), si pronuncia allo stesso modo che “la felicità è arrivata”: 福到了.

Il bue è un animale importante in Cina, e chi è nato sotto questo segno è considerato una persona affidabile, calma e modesta. Quando penso al capodanno cinese mi vengono in mente i pomeriggi passati a scuola a preparare i ravioli con i miei studenti delle elementari. O quel giorno in cui la mia insegnante di cinese mi lesse l’oroscopo del mio segno, il cavallo, in uno dei templi della città: nella vita avrei avuto sempre pochi soldi, ma tanta salute. A patto di andare a letto presto e stare attenta alla pressione (era un oroscopo incredibilmente dettagliato!).
Il capodanno, che in cinese si chiama 春节 e significa letteralmente Festa di Primavera è il periodo dell’anno più importante in assoluto. Ho sempre ammirato l’ottimismo con cui i cinesi festeggiano l’arrivo della bella stagione già a gennaio/febbraio (a seconda del calendario lunare), quando in molte città la neve ancora non si è sciolta.
In verità quest’anno i festeggiamenti saranno pochi, anche nel paese che si vanta di aver saputo gestire meglio la pandemia. I miei amici mi hanno raccontato che per la prima volta non riusciranno a tornare a casa per passare le feste in famiglia, nell’unica occasione dell’anno in cui è concesso loro prendersi una pausa dal lavoro. In realtà viaggiare non è vietato, ma ci sono una serie di restrizioni che lo rendono impossibile, come la quarantena obbligatoria di due settimane sia all’arrivo che al ritorno, impraticabile per chi deve rientrare a lavoro dopo le feste.
Il festival di primavera è l’unico momento in grado di fermare un paese sempre in movimento come la Cina, l’unico periodo dell’anno in cui ho visto i negozi chiusi ovunque e la gente smettere di lavorare.
Chissà se quest’anno sarà fedele alle caratteristiche del bue.
祝大家新年快乐