Due settimane fa ho fatto il test HSK 5.
Non era la prima volta che affrontavo questo esame – ho fatto i livelli dal 2 al 4 e l’HSKK中级 (esame orale) a Xi’an, ma questa è stata la prima volta che l’ho fatto nella modalità Home Edition. Anche se l’esame si fa sempre al computer, è stata un’esperienza un bel po’ diversa.
Per chi non sapesse di che si tratta, l’HSK è l’unica certificazione linguistica riconosciuta dal governo cinese e in tutto conta 6 livelli: il livello 1 è il più basso, il 6 il più alto. In Cina l’esame si svolge una volta al mese in tutte le città più grandi, in Italia solo due volte l’anno. Da quando è iniziata la pandemia le sessioni d’esame sono state svolte solo da casa e sono state molto poche, quindi riuscire a farlo è stato già un traguardo.
Prima di raccontare com’è andata, fatemi dire che ci sono mille stereotipi che aleggiano intorno all’esame HSK. Ogni volta che finivo di preparare un livello, che al tempo a me sembrava difficilissimo, arrivava qualche simpaticone a dirmi: “eh quello che fai tu ora è facile, vedrai i livelli successivi!” oppure “preparati a studiare fino alle lacrime dall’HSK 4 in su“.
Insomma, negli anni ho sentito parlare dell’HSK 5 come della meta da raggiungere non solo per poter dire di avere un livello tutto sommato avanzato, ma soprattutto per poter finalmente passare dall’altra parte: quella degli spocchiosi.
(Ovviamente scherzo, non sia mai che qualcuno ci creda).
In realtà il livello più alto sarebbe l’HSK 6 – dedicato a pochissimi eletti – e infatti non viene nemmeno considerato per quanto è difficile (ci sono dei video su Youtube di cinesi madrelingua che provano a fare l’esame e non sanno come rispondere ad alcune domande).
Come ho studiato
Ufficialmente per l’HSK5 bisogna studiare 1.200 nuove parole (e ovviamente sapere tutte quelle dei livelli precedenti). Parliamo di circa 2.500 vocaboli in totale; in realtà i libri ufficiali contengono dei caratteri extra, quindi conti alla mano sono molte di più di 1.200 e CI HANNO SEMPRE MENTITO.
Per prepararmi ho studiato per conto mio, usando il testo ufficiale approvato dall’Hanban.
Se per i livelli 1-4 il solo libro è sufficiente, con l’HSK 5 è tutta un’altra storia. Io ho utilizzato altre risorse come il corso Chinese Zero to Hero, che mi ha aiutato molto soprattutto con la grammatica. Per le simulazioni dei test invece ho scaricato un’app che si chiama HSK online, consigliatami dalla mia insegnante.
Anche se negli ultimi mesi non ho smesso di fare lezione, con l’insegnante ci siamo concentrate su tutt’altro, senza seguire il programma d’esame. Questo perché io credo che studiare per passare l’HSK5 serve solamente a passare l’HSK5, mentre io volevo migliorare il mio livello e poi provare il test.
Fare l’esame da casa
Un piccolo elenco puntato delle gioie che comporta fare l’esame HSK da casa:
- Bisogna scaricare un software che funziona solo con Windows – versione 7 o successive. MacOS è tassativamente escluso e dunque il primo ostacolo è stato trovare un computer.
- Il cellulare va tenuto offline ma col wifi acceso per stare in videoconferenza ed essere controllati. Se cade la linea, ça va sans dire, l’esame è irrecuperabile.
- L’Istituto con cui ho fatto l’esame ha creato un gruppo Whatsapp per noi studenti – per carità, utilissimo, ma che ansia le domande della gente e che pazienza i professori che hanno risposto a cose già chieste mille volte.
- Il documento da mostrare il giorno dell’esame deve tecnicamente essere lo stesso di quello con cui ci si è registrati sul sito ufficiale chinesetest (io mi ero registrata per fare il primo livello 4 anni fa, usando il passaporto, che ovviamente era a casa dei miei genitori, dall’altra parte di Roma).
- Una volta passato l’esame, il certificato in pdf si può scaricare una volta sola, dopodiché si autodistrugge.
Il giorno del test ci si deve connettere un’ora prima, fare il login e attendere davanti lo schermo il countdown all’inizio fissando il muro per tipo quaranta minuti. Scaduto il tempo la solita musichetta malefica di ogni HSK vi avviserà che il tutto sta per cominciare.
Il listening
Il listening (听力) è passato piuttosto indolore. Sono 45 domande ed è possibile ascoltare l’audio una volta sola. Si riesce a leggere tranquillamente tutte le quattro opzioni a scelta multipla prima che parta la registrazione, per cui questa parte non dà grossi problemi. Le ultime domande invece sono più ostiche: si ascolta la registrazione e bisogna rispondere a 4 quesiti, per cui non c’è tempo di leggere prima le risposte. Tutto sommato comunque si riesce.
Il reading
Se il listening è fattibile, lo stesso non si può dire per il reading (阅读). Questa sezione è composta di tre parti, per un totale di 45 domande da fare in 45 minuti, ovvero al limite delle possibilità umane.
La prima parte è composta da 4 testi di media lunghezza, seguita da 10 testi brevi e 5 testi lunghi. La parte più difficile qui è tenere i nervi saldi mentre il cronometro scorre e cercare di arrivare alla fine rispondendo a tutte le domande. Per ovvi motivi, non c’è tempo di guardare i testi più di una volta, quindi avere grande familiarità con i caratteri ed esercitarsi a leggere velocemente è cruciale.
Il writing
Il writing è la sezione per cui mi sono esercitata meno. Bisogna scrivere due brevi composizioni, una delle quali utilizzando le 5 parole fornite, da cui si deve inventare una storia. A crearmi ansia non era il fatto che potessero capitarmi parole sconosciute, quanto che nei test fatti in passato, la tastiera in cinese non funzionava MAI. Sì, io sono la sfigata che si siede sempre al computer che ha qualche problema e che al momento di scrivere deve alzare la mano e chiamare l’assistente facendo meno rumore possibile perché ovviamente parlare è vietato. Stavolta per fortuna è andato tutto bene, anche se ho usato un computer non mio.
I Chengyu
La novità del quinto livello sono i Chengyu 成语, ovvero espressioni idiomatiche composte da soli quattro caratteri. I Chengyu sono forse la parte più complessa della lingua cinese, perché non seguono le regole del mandarino moderno, dal momento che erano ampiamente usati nel cinese classico. Dietro ciascun chengyu c’è una storia che aiuta a ricordarli, ma comunque vanno studiati praticamente a memoria.
Non sono moltissimi i Chengyu nel programma dell’HSK5, per cui ricordarseli o no non influisce granché sul risultato che si ottiene all’esame. Sarebbe però bene utilizzarli nella parte del writing per ricevere più punti, visto che questa è l’unica sezione dove il voto è a discrezione dell’insegnante che corregge il compito (le altre domande sono a scelta multipla).
Io ho studiato alcuni Chengyu per conto mio, visto che quelli nel libro non mi sembravano semplicissimi da inserire in un discorso. Questi sono quelli che ricordo:
- 半途而废 (Bàn tú’ér fèi) – Iniziare qualcosa e lasciarla a metà
- 一见钟情 (Yī jiàn zhōng qíng)- Innamorarsi a prima vista
- 纸上谈兵 (Zhǐ shàng tán bīng) – Una persona che parla molto senza mai agire
- 健步如飞 (Jiàn bù rú fēi) – Camminare speditamente; avere le ali ai piedi
- 不假思索 (Bù jiǎ sī suǒ) – Agire impulsivamente senza avere il tempo di pensare
Come è andato il mio esame
Ho passato l’esame con 231 punti su 300. Ho preso 87 punti nel listening, 77 nel writing e 67 nel reading (!).

Considerato che il punteggio minimo è 180 e che temevo il peggio per il reading, sono soddisfatta. Soprattutto perché questo livello in particolare tenevo moltissimo.
Ho iniziato a prepararlo un anno e mezzo fa, quando ero ancora in Cina, con la mia insegnante che per me non era solo un’insegnante, ma una grande amica, una delle tante che non vedo da oltre un anno e mezzo. Poi sono rientrata in Italia con l’intenzione di tornare in Cina e fare l’esame lì, e invece è arrivato il coronavirus e per mesi ho tenuto i libri chiusi. Voglia di studiare non pervenuta.
Fare l’HSK durante una pandemia è surreale, ma sono comunque immensamente grata che sia stato organizzato in una situazione così precaria. Nonostante l’assurdità degli ultimi 18 mesi, mi sento molto fortunata.
Perché fare l’HSK
Ci sono tanti motivi per cui fare l’HSK: permette di ottenere il visto più facilmente, è richiesto per studiare nelle università cinesi e consente di fare domanda per ottenere le borse di studio, ma studiare col solo fine di passare l’HSK di per sé non porta grandi benefici né miglioramenti. In ogni caso, è sicuramente un ottimo modo per avere un obiettivo e capire a che punto si è arrivati, che era anche il mio scopo. Così come capire se era possibile passare questo livello, e migliorare il mio cinese, senza vivere in Cina (SI-PUO’-FARE!).
Per me che li ho fatti quasi tutti partendo dal livello 1 – ormai quattro anni fa all’Istituto Confucio di Roma – l’HSK5 è sempre stato l’esame “inarrivabile”, poi quando ci sono arrivata ho capito che mi ero fatta condizionare dai soliti pregiudizi di cui pure chi studia cinese è vittima: “è troppo difficile“, “ci vogliono anni di studio“, “puoi passarlo solo se vivi in Cina“.
Ora che mi è rimasto davanti solo l’HSK 6 io stessa penso che non sarà mai alla mia portata, eppure i libri sono lì in attesa del checkout nel carrello di Amazon.
Prima o poi…
做事不要半途而废!