Sono viva. Più o meno. Sono tornata a Xi’an da qualche giorno. Ho trascurato il blog per fare altro, tipo pulire, traslocare, fare la spesa e cercare di non morire alla fine della giornata.Continua a leggere…

Sono viva. Più o meno. Sono tornata a Xi’an da qualche giorno. Ho trascurato il blog per fare altro, tipo pulire, traslocare, fare la spesa e cercare di non morire alla fine della giornata.Continua a leggere…
Sono tornata da Chengdu e tra poche ore sarò su un aereo per Shanghai. È stata una vacanza strana ma meravigliosa. Il mio telefono è andato e sto imparando ad usarne uno cinese senza VPN, Whatsapp, Facebook, Instagram, Google ecc. Praticamente sono regredita all’800. Mi importa poco in realtà perché sono tornata ancora più innamorata di questo paese.Continua a leggere…
L’indomani dell’arrivo a Pechino è stato dedicato alla Grande Muraglia. Non potevo aspettare, dovevo vederla subito, non sia mai che non rimanesse il tempo necessario o nel frattempo me la spostassero. Le sezioni visitabili sono diverse; noi abbiamo scelto Badaling (八达岭), la più vicina a Pechino (leggi anche: la più affollata), ma fortunatamente a gennaio non c’è la solita orda. Continua a leggere…
Sono stata a Pechino ed è stato un viaggio pazzesco in una città pazzesca. Ci sarebbero un milione di cose da scrivere e probabilmente lo farò a puntate. È durata solamente 4 giorni (sigh!), ma sono comunque riuscita a vedere tutto quello che avevo programmato. Qualche considerazione:Continua a leggere…
Amritsar è fuori dagli itinerari tradizionali in India: principalmente perché è lontana dalle mete turistiche più popolari e perché oltre al tempio d’oro non offre molto da vedere. Io l’ho pescata un po’ a caso dai consigli della fida Lonely Planet ormai un anno fa (oddio, è già passato un anno?). Continua a leggere…
Questi primi giorni del 2018 possono essere sintetizzati così:
Per ora, dal Polo Nord è tutto.
Ho trascorso un capodanno decisamente surreale.
Sono sopravvissuta ad una cena di mille ore e ho cantato davanti ad una platea di 200 cinesi. Su un palco. Da sola. Ma partiamo dall’inizio: la mia scuola ha organizzato la serata ed erano presenti tutti i miei colleghi e capi (ahahah). Scopro che la faccenda è seria: ognuno deve esibirsi – viene arbitrariamente deciso da altri che io devo cantare, in inglese, va bè. Non mi dilungherò sulle mie capacità canore e dirò solo che ho scelto These boots are made for walking, perché se l’ha cantata Jessica Simpson ce la posso fare pure io eccheccavolo.Continua a leggere…
Se fosse un film con Boldi e De Sica ci sarebbero cenoni a base di insetti & scarafaggi (se non peggio), che però fanno schifo pure ai cinesi. Di certo non mi aspettavo grandi celebrazioni in Cina e sono rimasta piuttosto stupita di scoprire che qui il Natale si festeggia eccome. Continua a leggere…
Ci ho messo un po’ a decidermi a scrivere qualcosa sull’India perché i 7 mesi che ho passato qui mi hanno lasciato addosso sentimenti contrastanti. Mettici pure che tutto è stato già detto e scritto e le cose si complicano ulteriormente. Si dice che l’India o la si ama o la si odia, io piuttosto credo che sia vero che non è possibile amarla senza un po’ odiarla, e viceversa.Continua a leggere…
All’inizio doveva essere Xi’an. Poi è andata che “ci serve un insegnante di inglese a Jingbian per qualche mese, questo è il biglietto del treno, ciao!”. Voi lo sapete dov’è Jingbian? No, appunto, io me lo sono dovuto far scrivere. Continua a leggere…